1912-2012 i 100 anni dell'Unione Sindacale Italiana

1912-2012 i 100 anni dell'Unione Sindacale Italiana

lunedì 3 novembre 2014

TORRE LIBERTARIA



Come lavoratori dell’Unione Sindacale di Parma, insieme all’Ateneo Libertario, al Gruppo Anarchico A.Cieri-FAI e all’Archivio- Biblioteca Furlotti, abbiamo restituito alla città uno spazio che da anni era chiuso e in stato di abbandono. 
Abbiamo dovuto occupare perché da anni per tempistiche burocratiche la trattativa col Comune per ottenere una sede per L’Unione Sindacale Italiana, che ci spetta come restituzione del patrimonio storico distrutto dal fascismo, non vedeva alcun spiraglio. Infatti, non tutti sanno che il famoso sciopero agrario del 1908, le Barricate Antifasciste, le dure lotte di inizio ’900 furono organizzate non dalla CGIL (che invece le osteggiò) ma dalla Camera del Lavoro di Parma, che aderì all’USI. E questa grande esperienza fu distrutta dal fascismo.
Negli ultimi tempi, quindi, non solo la nostra attività era di fatto ostacolata, ma tutto il nostro vasto materiale archivistico e librario (definito di “importante rilevanza storica”) stava rovinandosi ed era impedita la libera fruizione a tutti gli interessati.
In questo spazio noi intendiamo continuare non solo l’attività che da anni con buoni riscontri stiamo facendo, ma anche far partire con nuovo slancio altri progetti. Troveranno spazio: lo Sportello Sindacale di Lotta Autogestito; l’Archivio/biblioteca “Gianni Furlotti”; una sede locale dell’Associazione contro gli Abusi in Divisa; il progetto “Liberi Libri” con la presentazione mensile di testi di carattere sociale e culturale; un punto di distribuzione di stampa libertaria e tutto quanto l’Assemblea deciderà.
Noi riteniamo che sia sempre più necessaria l’apertura di uno spazio libertario in città, nel quale diffondere cultura non omologata e poter sostenere quei lavoratori che ricercano un modo più diretto di autorganizzazione.
Liberare spazi di autogestione è una necessità.



USI-Parma
Gruppo Anarchico A.Cieri-FAI
Ateneo Libertario
Archivio-Biblioteca Gianni Furlotti

domenica 1 dicembre 2013

Comunicato di solidarietà




'l'USI-PR e il gruppo FAI Antonio Cieri esprimono la propria solidarietà ai compagni che oggi manifestavano presso Iren Parma e sono poi stati portati in questura a sirene spiegate con un esagerato spiegamento di forze da parte della polizia della questura di Parma. La richiesta era l'incontro di un dirigente per la garanzia di un chilovatt e acqua per chi non riesce a pagare le bollette e attualmente invece subisce un distacco immediato di tutte le utenze, trovandosi così in totale mancanza del minimo necessario per vivere dignitosamente.
Non solo nessuno ha incontrato i manifestanti ma sono state addirittura mandate camionette e manganelli contro manifestanti pacifici e coraggiose donne straniere, in alcuni casi anziane malate, attualmente in ospedale per le percosse. La violenza repressiva dello stato a servizio di chi fa pagare con le tasse i debiti e privatizza i profitti. '





RIPORTIAMO INTEGRALMENTE IL COMUNICATO DEI COMPAGNI DI "RETE DIRITTI IN CASA PARMA":


Venerdì 29 novembre si è tenuto un altro importante passaggio di lotta a Parma.
Nella mattinata circa un centinaio di persone tra attivisti dell’Assemblea permanente No Inceneritori, famiglie sotto sfratto e militanti della Rete Diritti in Casa si sono dati appuntamento presso la sede cittadina di Iren, la multiutility che gestisce oltre ai rifiuti e all’inceneritore anche  le erogazioni di acqua, luce e gas.
L’obbiettivo comune dei manifestanti, oltre alla lotta contro l’inceneritore, era di denunciare i continui distacchi delle utenze per gli utenti in morosità incolpevole e l’esosità delle tariffe applicate da IREN che a Parma tra l’altro è monopolista per quanto riguarda l’erogazione dell’acqua. Da quando si è assistito alla trasformazione delle ex municipalizzate in SPA si è avuto un continuo aumento delle tariffe che ha reso insostenibile l’accesso per tante persone a servizi fondamentali oggi gestiti nell’esclusivo interesse d’impresa con l’unico criterio del profitto.
Le rivendicazioni sono chiare e limpide:
L’avvio immediato di una moratoria sui distacchi per morosità colpevole;
L’introduzione di nuovi piani tariffari, tariffe sociali e sistemi etici di rateizzazione dei pagamenti sviluppati tenendo conto del reddito e della composizione dei nuclei famigliari, al fine di garantire il diritto d’accesso ai servizi senza penalizzare ulteriormente i soggetti più deboli.  
L’erogazione di un servizio minimo garantito di utenze a tutti (50 l di acqua giornalieri per abitante, come stimato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, 1 kw di elettricità e gas in base alla metratura) a salvaguardia della sussistenza e della dignità della persona, oltre che della salute e dell'igiene pubblica.
Lo stop alla privatizzazione di servizi indispensabili per la sopravvivenza, verso una gestione sotto il controllo popolare diffuso con strumenti di democrazia diretta, seguendo la volontà espressa chiaramente dal referendum contro la privatizzazione dell’acqua.
Il presidio è stato vivace e combattivo, al megafono si sono susseguiti diversi interventi di persone che hanno espresso la loro rabbia per la grave situazione economica che li costringe a subire sfratti e tagli alle utenze.  . I manifestanti chiedevano un incontro urgente con uno dei dirigenti IREN, per  fissare l’avvio di un tavolo di confronto, a fronte della disponibilità espressa telefonicamente dal presidente della commissione ambiente del Comune. Da parte di Iren c’è stata una chiusura totale a questa richiesta e, provocatoriamente, qualcuno dei vertici ha anche disposto la chiusura degli sportelli nonostante la normale attività non fosse comunque impedita. Alle 14,15 , poco dopo la chiusura dell’apertura al pubblico della sede, uno sproporzionato dispiegamento di forze di polizia(praticamente tutte le forze in servizio a Parma) e di alcuni carabinieri ha prelevato a forza i componenti del presidio che hanno deciso di resistere caricandoli su diversi mezzi per poi trasferirli a sirene spiegate in questura. Per tre donne sotto sfratto si è reso necessario il ricovero all’ospedale, una per un malore, altre due per botte prese dai poliziotti che le hanno poi piantonate in ospedale.
Per tutti identificazione, foto segnalazione e impronte digitali oltre a denuncia per interruzione pubblico servizio,invasione di edifici, manifestazione non autorizzata e violenza privata.  Le valutazioni politiche sul quanto accaduto è per noi  chiaro: . l’intervento sproporzionato rispetto ai fatti si spiega con il fatto che il questore ha avuto indicazioni precise di dare una “lezione” ai movimenti che a parma stanno lievitando e che sono attivi su più fronti con crescente consenso sociale. C’è un’evidente paura che la questione sociale e relativo conflitto diventino realtà potente e lor signori vorrebbero fermare con queste patetiche intimidazioni lo sviluppo e la diffusione a diversi ambiti (dalla casa ai servizi al lavoro) delle lotte.
 Una valutazione a parte deve essere fatta anche sull’obiettivo scelto dai manifestanti: l’IREN. Questa multinazionale dei servizi che specula su bisogni essenziali alla vita di tante persone gode evidentemente degli appoggi giusti a difesa dei propri sporchi interessi. Pensiamo di aver toccato il tasto giusto affrontando per la prima volta anche la questione dei servizi ex municipalizzati (che si unisce alla lotta contro l’inceneritore). Riteniamo che l’isterica reazione a un presidio determinato ma pacifico sia dovuta al fatto che i capi della SPA non gradiscono affatto l’apertura di un altro fronte che rischia di avere un consenso diffuso visto che i continui  rincari sulle bollette riguardano tutti, dai disoccupati ai lavoratori. Noi  auspichiamo che questo fronte di lotta si estenda : IREN controlla i servizi anche di Reggio Emilia Piacenza, Modena, Genova e Torino e praticamente tutte le città hanno privatizzato le ex municipalizzate. La lotta per il reddito, anche se indiretto, passa anche da qui e si connette con le lotte contro le privatizzazioni, offrendo, come per la lotta per la casa, non poche possibilità di ricomposizione.

lunedì 14 ottobre 2013

L'INTERVISTA - USIS SCIOPERO 18 OTTOBRE 2013








Intervista tratta da Parmatoday
 http://www.parmatoday.it/cronaca/sciopero-generale-18-ottobre-parma-usi.html


Sciopero generale del 18, Malandra, Usi: "Basta a tagli e iniquità di trattamento"

Sciopero generale del 18, Malandra dell'Usi: "Basta a tagli e iniquità di trattamento"

Sciopero generale nazionale e presidio anche a Parma davanti al Maggiore contro tagli di personale e mancato rinnovo dei contratti dal 2008. Malandra, Usi: "Perdiamo mediamente 9000 euro di potere d'acquisto. Ricadute non solo occupazionali ma sociali"


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Sciopero generale del 18, Malandra, Usi: "Basta a tagli e iniquità di trattamento"

E' indetto venerdì 18 ottobre uno sciopero generale di tutte la categorie pubbliche e private per l'intera giornata, organizzato nel territorio da USI – AIT, USIS (Unione Sindacale Italiana Sanità) Parma unitamente alla Confederazione USB, la Confederazione Cobas e la CUB parallelamente allo sciopero nazionale con manifestazione previsto a Roma. A Parma ci sarà un presidio davanti all'Ospedale Maggiore in via Gramsci a partire dalle 8.30. 
Le ragioni, come spiega Fabio Malandra, Usi Sanità Parma, riguardano i tagli "previsti nella prossima manovrina, si parla di tagli alla sanità che ad esempio riguarderanno 50.000 infermieri in tutta Italia, ma non solo". L'intento secondo quanto ribadito da Malandra, è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle pesanti ricadute sociali nel settore della sanità, non solo per i lavoratori ma per gli utenti stessi. "Non è tollerabile il blocco dei contratti dal 2008, non si sa se la concertazione si farà nel 2014. Intanto i livelli dei salari e delle pensioni sono bassi, dal 2008 noi lavoratori del settore abbiamo perso 9000 euro di potere d'acquisto". Oltre al rinnovo dei contratti, con lo sciopero esteso a livello nazionale si chiede un aumento salariale e delle pensioni e una riduzione dell'orario di lavoro. Non solo il settore della sanità, ma anche quello dell'istruzione risente delle scelte del governo secondo i sindacati che ritengono fondamentale richiamare l'attenzione della classe politica per attuare un cambiamento che favorisca uno slancio dell'economia, a partire anche dalle imprese in difficoltà.


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Sciopero generale del 18, Malandra, Usi: "Basta a tagli e iniquità di trattamento"

La situazione del territorio è varia, spiega Malandra: "A Parma ci sono realtà diverse, l'azienda ospedaliera ha tagliato posti di lavoro, contratti a tempo determinato e bloccato le graduatorie di concorso sia per gli O.S.S. che per il settore infermieristico. Sono stati anche ridotti i posti letto di ricovero attuando anche una politica di riduzione dell'orario di lavoro agli infermieri aggravandone il carico". Una situazione complessa anche per Ad Personam, sottolinea Malandra: "Ad Personam è un muro di gomma, non si capisce cosa succede al suo interno, manca un riconoscimento della figura aggiornata degli O.S.S. dal 2008 ed è stato aumentato il carico di lavoro". Situazione che non sarebbe migliore nelle strutture private, come per la Città di Parma. I dipendenti avevano denunciato da tempo la mancata ricezione di alcune mensilità e turni di lavoro estenuanti, una lavoratrice nel maggio scorso aveva denunciato a ParmaToday le difficoltà vissute giornalmente anche per chi deve mantenere una famiglia e far fronte a spese ingenti. "Probabilmente le ragioni riguarderebbero la mancata erogazione di liquidità da parte delle banche ma chi ci rimette sono sempre i dipendenti", sottolinea Malandra.
Oltre allo sciopero per tutta la giornata ci sarà anche un presidio di protesta davanti all'Ospedale Maggiore nell'intento, sottolinea Malandra, di "sensibilizzare i cittadini su ciò che non cambia all'interno del settore: si effettuano tanti tagli, sia di posti di lavoro che di posti letto, i salari e le pensioni sono bassi ma rimane sempre invariato il numero dei primari e la situazione all'interno delle direzioni generali di comparto. E' ormai fin troppo palese la disparità e l'iniquità di trattamento nelle aziende sia del pubblico che del privato. I sindacati confederali forse non si sono adoperati abbastanza per impedire certe ingiustizie, non agendo sempre nell'interesse dei lavoratori. E gli effetti li sperimentiamo anche noi sulla nostra pelle, con un generale scontento dei lavoratori nei confronti di tutti i sindacati, con difficoltà sempre maggiori ad avere un contatto con i dipendenti. C'è ormai un fatalismo imperante e la paura a esporsi per timore di perdere ciò che di questi tempi è davvero difficile trovare di nuovo".


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domenica 6 ottobre 2013

VERSO LO SCIOPERO

VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 18 OTTOBRE 2013





18 ottobre sciopero generale.
 “L’ampliamento della flessibilita’, annunciato dal governo con l’alibi dell’Expo’ 2015, insieme alla riprogrammazione dei fondi europei hanno la chiara finalita’ di aumentare la ricattabilita’ dei lavoratori e la liberta’ di agire delle imprese – si legge in una nota -. La pressione fiscale, in particolare quella operata dagli enti locali, e’ arrivata oltre ogni limite ed ha posto l’Italia al top in Europa per livelli di tassazione diretta ed indiretta. Il governo sostenuto dal Presidente Napolitano conferma l’acquisto degli F35, costosissimi cacciabombardieri da guerra mentre sottrae fiumi di denaro alla scuola e alla ricerca pubblica, alla sanita’, alla previdenza. La disoccupazione non scendera’, ne’ quella giovanile ne’ quella generale, e cresceranno invece l’indignazione e il desiderio di rivolta”.
“Contro queste USI – AIT, USIS (Unione Sindacale Italiana Sanità) Parma unitamente alla Confederazione USB, la Confederazione Cobas e la CUB, proclamano lo sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private per l’intera giornata del 18 ottobre 2013″.
Lo sciopero generale e’ indetto: “per il rinnovo dei contratti, l’aumento di salari e pensioni e la riduzione dell’orario di lavoro; contro le politiche di austerita’ e contro il governo italiano delle larghe intese che quelle politiche gestisce; per la scuola e l’istruzione pubbliche, per la sanita’ e i beni comuni pubblici e per la costruzione di un diverso modello sociale e ambientale; per la nazionalizzazione di imprese in difficolta’ o di interesse strategico per il Paese; per il diritto ad una vera democrazia fondata sulla partecipazione, che rifiuti deleghe autoritarie nei luoghi di lavoro e per una legge democratica sui diritti dei lavoratori e sulla rappresentanza sindacale”.

giovedì 12 settembre 2013

18 OTTOBRE 2013





SCIOPERO GENERALE IL 18 OTTOBRE

PUBBLICO IMPIEGO - SANITA’ – SCUOLA



NO ALLA PROROGA DEL BLOCCO DI CONTRATTI E RETRIBUZIONI


NO A NUOVE SPENDING REVIEW

FERMIAMO LO SMANTELLAMENTO DEL P.I.

Giornata di sciopero generale per contrastare:

proroga del blocco di contratti e retribuzioni fino a tutto il 2014 e un nuovo taglio di 200.000 posti di lavoro nella pubblica amministrazione

prepensionamenti del personale; effetto depressivo sull’occupazione generale e metteranno in crisi la tenuta di molte amministrazioni pubbliche. La conseguenza diretta per i cittadini sarà un nuovo taglio dei servizi pubblici.  Per i precari della pubblica amministrazione non esiste un piano di stabilizzazione e il mantenimento del posto di lavoro è legato alla scadenza della proroga dei contratti al 31 dicembre 2013. contratti collettivi nazionali e le retribuzioni resteranno bloccati almeno per un altro anno, con una perdita media  complessiva  stimabile sulla  sola  retribuzione  tabellare  in circa € 9.000,00 nei cinque anni di fermo.

 


mercoledì 5 dicembre 2012

LA NOSTRA STORIA NON SI RISCRIVE!

fonte: http://usipr.noblogs.org/post/2012/12/04/la-nostra-storia-non-si-riscrive/



Abbiamo saputo in modo assolutamente casuale che giovedì p.v. ci sarà un convegno storico sull’USI-AIT a Parma, per ricordare il centenario dell’USI stessa. Inutile dire che da parte degli organizzatori (la Fondazione Di Vittorio, emanazione “culturale”della CGIL) ci saremmo aspettati almeno un cenno: di solito, per rispetto ed educazione, funziona così. Non ci vengano a dire che il motivo è perché è un convegno storico, perché allora non si capisce che c’entri Patrizia Maestri della CGIL e Bernazzoli del PD.Comunque, che non ci abbia informati la CGIL…è fin troppo ovvio!Infatti, i rapporti tra noi e la CGIL, sigla “sindacale” a cui si richiama la Fondazione fin dal suo nome, sono assolutamente pessimi, e lo diciamo con orgoglio: vuol dire che stiamo lavorando con coerenza! Ci teniamo anche a precisare che niente di quanto scriviamo è per ortodossia “purista”, essendo noi da sempre realtà molto aperta e dialogante con tutte le componenti antagoniste sul territorio.
Elencare i vari screzi avuti con la CGIL a Parma, sarebbe cosa molto lunga, ci possiamo limitare ad alcuni episodi degli ultimi anni: tentativo, direttamente in questura (!), di impedire il percorso del corteo del sindacalismo di base (indetto dall’USI) qualche anno fa per “motivi di ordine pubblico (e noi lo facemmo comunque, e meglio di loro); impedimento alla sezione USI di partecipare alle elezioni RSU presso una nota ditta alimentare di Parma, con tanto di lungo contenzioso; tentativo (vano) di impedire che la rappresentanza USI (che raccoglieva il consenso del 100% dei lavoratori nel servizio per disabili in questione) trattasse con due coop. sociali provenienti da fuori città al momento del cambio appalto; azione continua per vanificare in una nota “coop.” locale ogni accordo sindacale ottenuto in precedenza, per l’unico scopo di toglierci visibilità a scapito anche di un peggioramento per i lavoratori, mentre era palese la “virtuosa sintonia”, anche con scambi reciproci di personale, tra coop stessa e sindacato; il tentativo di aggressione fisica operato da alcuni loro dirigenti (tra cui l’allora segretario Provinciale) contro alcuni militanti USI che volantinavano ai loro colleghi operanti negli asili; ecc.
Sulle politiche nazionali, poco da dire: ad occhi attenti, è palese la complicità della CGIL, aldilà delle apparenze mass mediatiche, nello sgretolamento delle conquiste dei lavoratori, dei loro diritti, della loro esistenza. CGIL è un ente erogatore di servizi, la lotta di classe è altra cosa.
Come i fascisti di Casa Pound immortalano Che Guevara; come Bersani fa campagna elettorale con manifesti con sfondo di Lotta Continua; come la Camusso celebra lo sciopero agrario del 1908 (mentre in realtà la CGIL lo osteggiò);
come i sindacati istituzionale e i partiti della “sinistra” si fanno belli con gli avvenimenti delle Barricate antifasciste del 1922 (dimenticando che i partiti da cui sono nati ostacolarono gli Arditi del Popolo), oggi abbiamo la CGIL, attraverso il suo braccio culturale, che ricorda il centenario dell’USI!Questa operazione va chiamata col suo nome: revisionismo storico,che è abitudine non solo della destra. In realtà l’USI, storica sigla del sindacalismo rivoluzionario che arrivò a contare, prima di essere sbaragliata dal fascismo, centinaia di migliaia di aderenti in tutta Italia (e che ebbe proprio in Parma una delle sue roccaforti) nacque proprio dopo un distacco netto dall’allora CGL ritenuta attendista, poco rivoluzionaria (chiediamo scusa, erano altri tempi..) e troppo legata ai partiti di sinistra riformisti. Oggi, proprio CGIL e PD pretendono di ricordare l’USI. Il nostro centenario l’abbiamo festeggiato il primo maggio, con un corteo e una festa che ha richiamato quasi un migliaio di persone, giovani, lavoratori, disoccupati, immigrati; lo abbiamo festeggiato inviando un tir e vari furgoni a Modena per i terremotati; lo abbiamo festeggiato in questi mesi con le nostre
tante lotte e ogni giorno nelle strade e sul lavoro, senza i vantaggi del sindacalismo confederale, ma anche senza le loro ipocrisie, le loro reticenze, i loro compromessi, le loro spartizioni di potere. Da noi non circolano soldi e funzionari, ma solo sudore e passione.
Chiediamo pertanto ai relatori di area libertaria di rifiutarsi di partecipare a questa operazione revisionistica, irrispettosa ed innaturale per l’USI stessa: non basta affermare che è un convegno storico: ci sono occasioni in cui ognuno di noi, per coerenza, deve sapere rifiutare, ed un convegno sull’USI promosso da una Fondazione che si richiama alla CGIL, oggi, proprio a Parma, è una di queste. L’USI è l’unica sigla sindacale libertaria, orizzontale, assembleare, questa
gente nega le nostre idee e ,le nostre pratiche, nega la nostra storia.
La CGIL a Parma negli ultimi anni è stata ostile, sprezzante, penalizzante per quella stessa sigla sindacale che oggi, in locali istituzionali e quindi da noi lontani, tentano di ricordare strumentalmente. Noi contestiamo questa iniziativa che riteniamo una provocazione, e non ci pare casuale che avvenga proprio a Parma.L’USI-AIT non ha bisogno di  celebrazioni, seppure spacciate per storiche,promosse da chi spartisce il potere. Se hanno rispetto per le nostre idee, i nostri metodi e la nostra storia, lo dimostrino quotidianamente. Noi non contestiamo un convegno storico, se fosse puramente tale, ma la manipolazione della storia ad uso e consumo.
Rispetto per noi che ci siamo, rispetto per chi cerca a fatica di costruire autorganizzazione sul posto di lavoro, rispetto per chi non si piega ai complici dei padroni.
USI-AIT PARMA

mercoledì 14 novembre 2012

CHE FINE Farà LA SANITà pubblica?


GRAZIE AI TAGLI DEL GOVERNO…

DIMINUZIONE POSTI LETTO

CARENZA DI PERSONALE INFERMISTICO, OSS, AUSILIARI, TECNICI RADIOLOGI E DI LABORATORIO

CARICHI DI LAVORO DISUMANI, AUMENTO DELLA PRECARIETA’

CONTRATTO NAZIONALE SCADUTO DA ANNI E BLOCCATO FINO AL 2014

SERVIZI DI DIAGNOSTICA DELEGATI A PRIVATI ESTERNI

INTANTO….

INTOCCABILE IL NUMERO DI PRIMARI E RESPONSABILI DI DIPARTIMENTI

SUPER STIPENDI DEI DIRETTORI AZIENDALI

BONUS DI 300 MILA EURO PER IL RISPETTO DEL PATTO DI STABILITA’


Diamo la nostra totale solidarietà ai lavoratori in lotta del S.Raffaele di Milano, contro il licenziamento collettivo per 244 di loro. La stessa Amministrazione ha provveduto a far decadere la RSU eletta dai lavoratori non ritenendola valida. Inoltre son stati disdetti tutti gli accordi integrativi aziendali economici e normativi dal 1973 ad oggi e previsto il passaggio dal contratto nazionale della sanità pubblica a quello della sanità privata. Tutto ciò si traduce che per i restanti lavoratori vi sarà il peggioramento delle condizioni lavorative, il taglio dei salari, l’aumento dei carichi di lavoro e l’annullamento dei diritti conquistati in questi anni da migliaia di lavoratori.
Unione Sindacale Italiana: usi-aitparma@libero.it  usipr.noblogs.org   info S.Raffaele www.usi-ait.org
USIS Parma http://usisanitaparma.blogspot.it/   cell. 3475805720