In riferimento al presidio di protesta, organizzato da CGIL
CISL UIL Pubblica Amministrazione, in Piazzale Fiume, contro i tagli delle
proprietà immobiliari e contro un futuro lavorativo incerto e più volte
denunciato, ma mai ascoltati, l’USIS (Unione Sindacale Italiana Sanità) di
Parma è solidale ed al fianco delle
lavoratrici e lavoratori delle strutture AD-PERSONAM, seppur in disaccordo nei
riguardi dei organizzazioni sindacali confederali in quanto colpevoli di aver
tardato anni prima di farsi sentire.
Ribadiamo oggi, come ieri, che la situazione odierna è il
frutto di anni di mal gestione delle risorse perpetrata gli anni scorsi, a
discapito degli ospiti ed operatori.
Un debito, quello dell’ASP, che assomiglia ad una voragine
di milioni di euro: complessivamente, partendo dal 2010 ad oggi il buco da un
passivo di 2.553.572,18 euro, si sommano
a quello 2011 di 2.150.048,00, ai quali dobbiamo sommare il preventivo
passivo 2012 ed arriviamo alla bellezza di 5.438.923,00 (dati tratti da fonte
ASP e Associazione Carta Canta).
La prima impressione è quella che se nel 2010 abbiamo già un
buco di ben oltre i due milioni di euro, il debito risale a prima della
scellerata giunta Vignali, quella degli scandali, ma dobbiamo inevitabilmente
aggiungervi anche quella di Ubaldi.
Ecco quindi il via all’asta immobiliare, smembrare per
coprire la buca, con magari un po’ di sabbia,
buona abitudine che la nuova giunta a 5 stelle sta
adottando, anche se la situazione è stata evidentemente ereditata.
Per avviare il Welfare Community Centre (neanche fossimo a
New York) di via Budellungo, si aprirà un bando europeo della durata di 90
giorni per la vendita delle strutture Stuard, Romanini, Villa Parma, operazione
votata favorevolmente dal Presidente Giancarlo Cattani, i consiglieri Aldo
Maggi e Mauro Cappellazzi, e dalla direttrice dell’ASP Simona Colombo (con
qualche riserva).
In tutta questa operazione si è evitata la consultazione
della Conferenza Socio Sanitaria guidata da Vincenzo Bernazzoli (direttiva
Regionale 624 del 2004 che sancisce l’obbligo di parere della Conferenza),
fatto grave, ma il comune ha lanciato una nota pubblica, cioè che secondo loro
non era obbligatoria, quindi hanno proceduto senza, insomma come si suole dire
per una legge c’è sempre una scorciatoia.
Siamo fin troppo abituati a queste operazioni, ma ciò che si
dimentica è che in tutta questa brutta vicenda, chi ne paga le conseguenze
siano i dipendenti, cioè coloro che in pratica lavorano, in uno stato precario,
con mancanza di fondi indispensabili per l’approvvigionamento dei presidi, per
le cure e di tutela degli ospiti.
Ora capiamo come mai gli operatori OSA, dopo l’aggiornamento
obbligatoria per legge ad OSS terminato nel 2008, non vedono ancora riconosciuto
il loro nuovo titolo ne a livello amministrativo, ne come aggiornamento in
busta paga; ecco perché il loro numero non è mai cresciuto in questi anni, anzi
per far fronte alla carenza, non essendoci i soldi per attingerne dall’esterno,
hanno reimmesso in turno coloro che, per patologie gravi e documentate a
termine di legge e comprovate dal medico della “medicina preventiva”,
rientravano in regime di fuori turno; ecco perché non sono mai stati aggiornati
i parametri dei vari reparti che negli anni hanno subito, in termini di
patologie dei nuovi ingressi e relativo aumento dei carichi di lavoro; ecco
perché a fine anno scadrà il contratto con la cooperativa che attualmente
gestisce gli infermieri e non si sa se verranno riconfermati.
L’USIS denuncia
questo grave stato di abbandono e incertezza per il futuro di tutti i
lavoratori dell’ASP, si unisce alla protesta chiedendo che sia fatta luce sul
futuro, opponendosi allo smembramento ed alla svendita delle strutture,
affermando che la sanità deve rimanere pubblica non merce di scambio per
la quadratura dei conti.
L’Unione Sindacale Italiana Sanità di Parma, inoltre,
chiede l’aggiornamento ad OSS della figura professionale ora denominata OSA.
USIS PARMA Malandra Fabio Giovanni